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Vivere con il Morbo di Parkinson
di Alberto Migliorini

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Vivere con il Morbo di Parkinson
di Alberto Migliorini

Quest’ anno ricorrono per me due importanti scadenze: compio 75 anni e sono passati 15 anni da quando mi è stato diagnosticato il morbo di Parkinson.

A queste due ricorrenze se ne è aggiunta una terza: ci sono le elezioni.

Ho letto il messaggio dell’amico Gianni e mi è venuto il desiderio di fare qualcosa che non avevo mai fatto, cioè condividere l’esperienza di una vita con altre persone con un piccolo contributo. Non so se questo mio scritto sarà utilizzato, ma penso che ne sia comunque valsa la pena.

Penso, sia per l’età che per la durata della malattia, di poter esprimere delle considerazioni, frutto di una esperienza personale, sulle implicazioni che tale malattia ha prodotto nei vari aspetti della mia vita. Ho quindi tradotto tali esperienze in una proposta di legge da valutare ed inserire nell’ambito di un più ampio progetto politico.

Entrando nel merito dell’argomento, ho rilevato che il morbo di Parkinson viene curato attraverso tre diverse modalità: farmacologica, fisiologica, psicologica.

In questo intervento analizzo la fase fisiologica. Premetto, inoltre, di aver constatato che questa malattia, e così penso anche molte altre, produce effetti differenti da soggetto a soggetto. Si veda ad esempio ciò che è avvenuto con il Covid. Ha provocato decessi, ha causato conseguenze di varia natura, a qualcuno non ha arrecato nessun danno. Quindi le mie deduzioni non è detto che abbiano una valenza universale. Di una cosa sono certo, è importante ed assolutamente necessario l’uso delle sedute con il Fisioterapista, sia nella fase iniziale della malattia che nel suo ineluttabile progredire.

La fisioterapia permette di ridurre l’impatto della malattia in modo incredibile. Durante le sedute con il fisioterapista si instaura un rapporto di confidenza e di fiducia con il malato che porta ad ottenere risultati superiori al solo bene fisico ricavato dalla applicazione di manipolazioni meccaniche. E’ possibile scambiare sensazioni, idee, che portano ad elaborare esercizi mirati in funzione della evoluzione della malattia. Sono riuscito, a seguito delle spiegazioni ricevute dal fisioterapista a sviluppare degli esercizi che mi consentono, in certe condizioni, di mantenere un maggiore controllo del mio corpo. La base del processo nasce da una osservazione che feci quando gli effetti del Parkinson divennero evidenti. In quella fase continuavo a portare la macchina ed a nuotare come sempre. Mi venne spiegato che la malattia colpisce solo una parte dei processi cerebrali , e che le azioni che noi compiamo, frutto di apprendimento recepito da percettori del cervello non interessati dalla malattia, non vengono intaccati.

A seguito dei risultati che riscontravo grazie alle sedute ho pensato, per aumentare il numero di sedute, di utilizzare il servizio offerto da una struttura convenzionata con il S.S.N. con la richiesta effettuata tramite il medico di famiglia di sedute di fisioterapia, ed ho mio malgrado riscontrato l’inefficienza del funzionamento. Considerato che il servizio offerto ha un costo, personale, locali, consumi ecc.. senza avere come ritorno un beneficio, ho pensato ad una proposta alternativa. (Faccio presente che il mio giudizio sul S.S.N. è negativo, penso che si sorregga sull’incredibile senso di civiltà e di abnegazione di una numerosa parte del personale che deve giornalmente confrontarsi con tre vergogne: il parassitismo, l’influenza della politica, il nepotismo).

DESCRIZIONE DELLA PROPOSTA. Riporto di seguito una bozza di articolazione della proposta.

-La pratica fisioterapica deve essere attuata con un fisioterapista personale.

-E’ fondamentale e necessaria la pratica almeno settimanale di un seduta con il fisioterapista.

-Il numero delle sedute viene definito dal Neurologo.

-Il pagamento della prestazione viene effettuato direttamente dal paziente mediante vaucher

-Il costo del vaucher è legato al reddito (una parte a carico del paziente).

-Per la parte a pagamento, l’importo deve essere deducibile per il paziente.

-Il fisioterapista pagherà un’imposta fissa ridotta, non cumulabile con il reddito, sull’importo dei vaucher.

Concludo con l’invito, rivolto a tutti i malati come me, ad attivarsi perché venga riconosciuto il giusto riconoscimento a tutti coloro che con il loro sacrifico e la loro dedizione ci permettono di condurre una vita decente. Infine suggerisco a tutti gli Italiani di approfittare della fase elettorale per obbligare la classe politica a dare finalmente il segnale della volontà di ricostruire la Sanità Nazionale, strumento fondamentale per garantire ai Cittadini dignità e rispetto.


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